TIPOLOGIE DI MONTAGGIO PARQUET
Se le condizioni di planarità e compattezza del sottofondo sono sufficienti, allora la scelta migliore è una posa incollata, il supporto migliore è il multistrato e bene si adattano tutti gli spessori.
Ma se non abbiamo supporti idonei, che fare? Si rinuncia a montare un parquet? Si deve necessariamente ripristinare il fondo, magari con un nuovo massetto?
Posto che bisognerebbe valutare il singolo caso, non nego ci siano situazioni non recuperabili, negli altri casi ci si può lavorare. Se analizziamo nel dettaglio le caratteristiche idonee alla posa del parquet ci accorgiamo che gli aspetti fondamentali sono: la compattezza, il livellamento e lo stato di umidità interno. Tutti questi valori hanno parametri chiusi in un range, oltre i quali la posa è sconsigliata. Se tutti i parametri vanno fuori range la situazione non si recupera. Va rifatto il sottofondo. Se, invece, le condizioni sono al limite valutiamo come intervenire. Sull’umidità ci si può lavorare solo se è temporanea (massetti ancora umidi o condizioni ambientali), si aspetta che i parametri rientrino e si procede. Viceversa se è una costante (risalite o perdite nelle tubazioni) bisogna risolvere questi problemi e solo dopo montare.
Se invece ci sono dei dislivelli più o meno accentuati bisogna valutare se è più conveniente agire puntualmente o rifare tutto. È una valutazione economica e di tempistiche, quindi del tutto soggettiva. L’aspetto che, invece, dobbiamo approfondire e che ci riporta in tema è la compattezza del supporto. Se, infatti, andassimo ad incollare un parquet su un supporto poco compatto, per quanto esistano trattamenti compattanti, c’è il rischio che le sollecitazioni a cui il legno sottopone il sottofondo lo portino a disgregarsi e non avere, quindi, un ancoraggio sufficiente. In questo caso, per ovviare a tale rischio, si procede con la posa flottante.
Questo tipo di montaggio non richiede l’utilizzo di collanti, la posa è effettuata a secco. In questo caso si utilizzerà un sottopavimento che può avere caratteristiche diverse in base alle esigenze. La cosa fondamentale è che la lista abbia elevata stabilità dimensionale. Spesso, si utilizzano listoni con supporto listellare (3 strati) in cui l’ultimo strato è controbilanciante. Naturalmente, lo spessore sarà maggiore e in genere varia trai 15 e 18 mm. Questo montaggio è anche utilizzato in prospettiva di una futura rimozione. Solitamente è abbinato alle lavorazioni fai da te per la relativa semplicità di applicazione.
Per dovere di cronaca citiamo un’altra tecnica, che oggigiorno non è quasi mai utilizzata, tranne in casi particolari, cioè la posa inchiodata. Si esegue inchiodando le liste ad un sottofondo in legno o a dei magatelli ortogonalmente disposti. Dal punto di vista tecnico non ci sono svantaggi particolari, ma le attuali esigenze costruttive, più proiettate a spessori minimi e resa in termini di efficienza energetica alta, hanno relegato questa tecnica al solo recupero di vecchie pavimentazioni in legno.
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